martedì 3 marzo 2015

Vive nell'acqua, risorge nel vino buono: ecco l'Autentico Carnaroli

Sarà l'ebbrezza del trentanovesimo piano del Palazzo Lombardia, l'ascensore supersonico, le vetrate enormi che fanno entrare brandelli di città, lo stadio, Linate, le stazioni e i tetti disarmonici milanesi direttamente dentro il mio sguardo stupefatto.

Forse l'effetto vertigine dei centocinquanta metri di altezza, oppure del calice di Franciacorta Brut di Faccoli (che, per inciso, è uno dei mille vini lombardi presenti al prossimo Vinitaly di Verona, nel Padiglione Lombardia dedicato per la prima volta al "maestro" Luigi Veronelli; un campione di etichette che darà lustro all'enologia di una regione che non è solo fabbriche e infrastrutture, ma sa ancora essere acqua e agricoltura, schiene curve e terrazze eroiche; una terra da mangiare e da bere, da vivere e da far conosce - anche all'estero, visto l'apprezzamento confermato da un export vinicolo in continua crescita, sopra il dato nazionale).
Bollicine quelle di Faccoli non immediate, ma che quando iniziano ad essere capite per la loro reale essenza, definita, originale e marcata, senza compromettere un'armonia complessiva, si lasciano proprio amare. A tal punto che non si può fare a meno di riprovare, in un secondo calice, l'effervescente e intrigante esperienza enoica.

Sarà l'accostamento a due sovrani made in Lombardia, il gorgonzola e la pera (mantovana), la cui unione salda e fondente ha un'impatto regale e prorompente con qualunque accompagnatore.
Ma l'essenza c'è. Il carnaroli della Riserva San Massimo - anzi l'Autentico Carnaroli e non le varietà similari che possono comunque essere vendute con lo stesso nome - è un grande chicco. 
Il suo valore aggiunto? Il contorno, il contesto, l'ambiente dove viene pensato, dove nasce e dove viene lavorato. E' territorio del Ticino pavese, sotto la tutela dell'Ente Parco. Sono seicento ettari di riserva, di cui cento occupati da risaie, attorniati da boschi, marcite, fontanili la cui acqua cristallina fa da madre nutrice al bianco cereale. E poi gli aironi, gli anfibi, le martore e i caprioli, che come in un racconto fiabesco fanno da guardia alle coltivazioni. 

Alla perfezione, del riso e del suo habitat, mancano solo i folletti e le fate.


Riserva San Massimo 
Groppello Cairoli (PV)
@riservasanmassimo

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