domenica 23 giugno 2013

Ratanà, Milano

Chic, ma non troppo. Moderno nonostante strizzi l'occhio alla tradizione. Quella lombarda.
Il Ratanà, una location che sa di post industriale, nel nuovissimo quartiere porta nuova garibaldi. Poliedrico e variopinto, bianco e nero, yin e yang. Internazionale e milanese. Fighetto & fighetto. 
Rubìtt (cosucce, in meneghino) per antipasto, poi un risotto ai peperoni dolci limone e acciughe. Divino. Applausi a scena aperta. 
Il resto non può reggere, non esistono crescite infinite. Se non in matematica, sui banchi di scuola dovrebbero insegnare anche questo.
L'insalata di fassona è buona ma non strabilia. La borragine al montèbore (chicca casearia tortonese, resuscitata dopo l'estinzione grazie allo zelo di Slow Food) sarebbe ottima se contenesse del formaggio in dosi non omeopatiche.
Non si può avere tutto. Anche se forse un prezzo più umano non sarebbe fuori luogo.
Le emozioni non mancano, di certo. La normalità qui non è di casa.
Approvato e sottoscritto. Da provare sicuramente. E da riprovare.

Ratanà
Via de Castilla 28
Milano
t. 0287128855


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